mercoledì 26 gennaio 2011
CLASSIFICAZIONE DIFFICOLTA'
Le valutazioni si riferiscono a condizione montane e meteo ottimali. Le capacità ela preparazione tanto fisica quanto psicologica debbono essere adeguate.
DIFFICOLTA' SU ROCCIA
Esistono numerose scale di difficoltà che indicano un percorso su roccia, noi prenderemo in considerazione la valutazione secondo UIAA, espressa in numeri romani.
I = Primo grado- è la forma più semplice dell'arrampicata, si debbono usare frequentemente le mani per mantenere l'equilibrio e richiede una valutazione preventiva della qualità della roccia prima di poggiarvi il piede.
II = Secondo grado - inizia l'arrampicata vera e propria è necessario spostare un arto alla volta con una corretta impostazione di movimenti. Appigli per le mani ed appofggi per i piedi sono comumque abbondanti.
III = Terzo grado - La struttura rocciosa si fa verticale, appigli ed appoggi sono più radi ma con una certa possibilità di scelta nei passaggi e nei movimenti.
IV = Quarto grado - Appoggi ed appigli cominciano ad essere esigui, è richiesta una certa tecnica nel superare passaggi con strutture rocciose particolari (camini, fessure,spigoli....)
V = Quinto grado - L'arrampicata diventa delicata e tecnica
(placche ecc) e richiede forza fisica. Il passaggio deve essere esaminato preventivamente.
VI = Sesto grado - Necessita di allenamento specifico e continuo per sviluppare più forza nelle braccia e nelle mani. l'arrampicata può essere molto delicata con combinazione di movimenti ben studiati o di forza per la presenza di strapiombi.
I gradi superiori al sesto, oggi si supera il X, non sono materia
che (per ora) ci interessa vedremo in seguito.....
DIFFICOLTA' IN ARTIFICIALE
Oltre alle difficoltà sopradette, in arrampicata si possono trovare difficoltà valutate in artificiale, ossia superate con l'uso di mezzi artificiali che si sfruttano per la progressione (dal semplice rinvio alle staffe)
AO = Forma più semplice dell'arrampicata artificiale che prevede la progressione prevalentemente in libera ma chiodi,cordini o dadi ecc vengono usati come appiglio o appoggio. Anche farsi tenere in trazione con la corda o fare dei pendoli rientra in questa classificazione, non sono necessarie staffe.
A1 = Chiodi e altri mezzi artificiali si posizionano con relativa facilità, il passaggio richiede poca forza ed è sufficente una staffa.
A2 = La roccia compatta o friabile, o altre conformazioni, non consentono una facile posa dei mezzi artificiali. Il passaggio è faticoso (spesso su placche o leggeri strapiombi) Sono necessarie due staffe e una buona tecnica sul loro uso.
La scala delle difficoltà aumenta....A3..A4....A5...ma per lo stesso motivo di cui sopra non le prendiamo in considerazione.
Quando in un passaggio sono indicate entrambe le difficoltà (ad esempio A1 e V) significa che la progressione può avvenire sia in artificiale che in libera.
VALUTAZIONE DELLE CARATTERISTICHE
Nelle guide vengono generalmente fornite insieme al grado di difficoltà, sono precisazioni riguardo alla lunghezza della via, dislivello, sviluppo, quando una via non presenta uno svolgimento lineare, continuità delle difficoltà, qualità della roccia o variabilità delle condizioni del terreno in caso di misto
(roccia e neve) stato della chiodatura, esposizione, possibilità di ritirata e quant'altro. E' quindi una valutazione complessiva dell'itinerario che tine conto delle difficoltà tecniche, fisiche e psicologiche. Nella valutazione di insieme non vengono incluse in materia specifica i fattori di rischio e di pericolo come avviene in una valutazione puramente tecnica. La valutazione è espressa con delle sigle:
F = facile
PD = poco difficile
AD = abbastanza difficile
D =difficile
si prosegue poi con ulteriori difficoltà
TD = molto difficile
ED = estremamente difficile
EX = eccezionalmente difficile
I = Primo grado- è la forma più semplice dell'arrampicata, si debbono usare frequentemente le mani per mantenere l'equilibrio e richiede una valutazione preventiva della qualità della roccia prima di poggiarvi il piede.
II = Secondo grado - inizia l'arrampicata vera e propria è necessario spostare un arto alla volta con una corretta impostazione di movimenti. Appigli per le mani ed appofggi per i piedi sono comumque abbondanti.
III = Terzo grado - La struttura rocciosa si fa verticale, appigli ed appoggi sono più radi ma con una certa possibilità di scelta nei passaggi e nei movimenti.
IV = Quarto grado - Appoggi ed appigli cominciano ad essere esigui, è richiesta una certa tecnica nel superare passaggi con strutture rocciose particolari (camini, fessure,spigoli....)
V = Quinto grado - L'arrampicata diventa delicata e tecnica
(placche ecc) e richiede forza fisica. Il passaggio deve essere esaminato preventivamente.
VI = Sesto grado - Necessita di allenamento specifico e continuo per sviluppare più forza nelle braccia e nelle mani. l'arrampicata può essere molto delicata con combinazione di movimenti ben studiati o di forza per la presenza di strapiombi.
I gradi superiori al sesto, oggi si supera il X, non sono materia
che (per ora) ci interessa vedremo in seguito.....
DIFFICOLTA' IN ARTIFICIALE
Oltre alle difficoltà sopradette, in arrampicata si possono trovare difficoltà valutate in artificiale, ossia superate con l'uso di mezzi artificiali che si sfruttano per la progressione (dal semplice rinvio alle staffe)
AO = Forma più semplice dell'arrampicata artificiale che prevede la progressione prevalentemente in libera ma chiodi,cordini o dadi ecc vengono usati come appiglio o appoggio. Anche farsi tenere in trazione con la corda o fare dei pendoli rientra in questa classificazione, non sono necessarie staffe.
A1 = Chiodi e altri mezzi artificiali si posizionano con relativa facilità, il passaggio richiede poca forza ed è sufficente una staffa.
A2 = La roccia compatta o friabile, o altre conformazioni, non consentono una facile posa dei mezzi artificiali. Il passaggio è faticoso (spesso su placche o leggeri strapiombi) Sono necessarie due staffe e una buona tecnica sul loro uso.
La scala delle difficoltà aumenta....A3..A4....A5...ma per lo stesso motivo di cui sopra non le prendiamo in considerazione.
Quando in un passaggio sono indicate entrambe le difficoltà (ad esempio A1 e V) significa che la progressione può avvenire sia in artificiale che in libera.
VALUTAZIONE DELLE CARATTERISTICHE
Nelle guide vengono generalmente fornite insieme al grado di difficoltà, sono precisazioni riguardo alla lunghezza della via, dislivello, sviluppo, quando una via non presenta uno svolgimento lineare, continuità delle difficoltà, qualità della roccia o variabilità delle condizioni del terreno in caso di misto
(roccia e neve) stato della chiodatura, esposizione, possibilità di ritirata e quant'altro. E' quindi una valutazione complessiva dell'itinerario che tine conto delle difficoltà tecniche, fisiche e psicologiche. Nella valutazione di insieme non vengono incluse in materia specifica i fattori di rischio e di pericolo come avviene in una valutazione puramente tecnica. La valutazione è espressa con delle sigle:
F = facile
PD = poco difficile
AD = abbastanza difficile
D =difficile
si prosegue poi con ulteriori difficoltà
TD = molto difficile
ED = estremamente difficile
EX = eccezionalmente difficile
ARRAMPICATA SPORTIVA
In arrampicata sportiva esistono diverse scale di difficoltà ma ormai viene pressochè ovunque riconusciuta la scala francese.
A puro scopo conoscitivo propongo una tabellina di confronto tra i gradi UIAA e quelli della scala sportiva francese considerando però la completa differenza che esiste tra una via "sportiva" e una via in "ambiente".
Scala francese /UIAA
1 II
2 III
3 IV
4 IV+
4a/b V
5a V+
5b VI-
5c VI
6a VI+/VII-
6b VII/VII+
6c VIII-
anche qui ovviamente la scala prosegue fino all'estremo 9a e X
A puro scopo conoscitivo propongo una tabellina di confronto tra i gradi UIAA e quelli della scala sportiva francese considerando però la completa differenza che esiste tra una via "sportiva" e una via in "ambiente".
Scala francese /UIAA
1 II
2 III
3 IV
4 IV+
4a/b V
5a V+
5b VI-
5c VI
6a VI+/VII-
6b VII/VII+
6c VIII-
anche qui ovviamente la scala prosegue fino all'estremo 9a e X
VALUTAZIONE DEGLI ITINERARI MULTI-PITCH
Per classificare in maniera completa vie lunghe, si adotta una scala di valutazione che divide l'impegno generale (ambiente, distanze, lunghezza, esposizione) da quello relativo alla distanza e alla posa delle protezioni. Ecco perchè su molte guide recenti e su articoli e recenzioni di vie si cominciano sempre più spesso a trovare dopo le consuete classificazioni anceh queste ultime.
Esempio 4b (4a obbl)/ S2/II
dove le sigle dopo lo slash indicano appunto proteggibilità e impegno globale. Vediamole più nel dettaglio.
PROTEGGIBILITA':
VIE SPITTATE
S1 = Spittatura normale come quella utilizzata in falesia, distanza mai superiore ai 3-4 metri tra uno spit e l'altro. Caduta qualche metro al massimo, volo senza conseguenze.
S2 = Spittatura distanziata e tratti obligatori tra le protezioni, voli di anche una ecina di metri ma senza problemi o conseguenze.
S3 = Spittatura distanziata, passaggi quasi sempre obbligatori, distanza anche di 5 metri tra gli spit, potenziali voli lunghi ma non pericolosi.
S4 = Spittatura molto distante 7 metri e oltre, passaggi oblligatori caduta con probabile infortunio.
S5 = Spittatura oltre i 10 metri, passaggi obbligatori, caduta con quasi sicuro infortunio.
S6 = Spittatura solo parziale, lontana dai passaggi chiave, tratti obbligati anche di 20 metri, potenziale caduta molto pericolosa con conseguenze anche letali.
VIE DA PROTEGGERE
R1 = Facilmente proteggibile, con protezioni sempre sicure, solide e numerose, limitati tratti obbligatori, eventuale volo di pochi metri senza conseguenze.
R2 = Mediamente proteggibile, protezione sempre solide e sicure ma più distanti, eventuale caduta di qualche metro senza grossi rischi.
R3 = Difficilmente proteggibile, protezioni distanti e non sempre buone, lunghi tratti obbligatori, eventuale volo con rischio infortunio.
R4 = Difficilmente proteggibile, protezioni scarse e poco sicure che proteggono solo da piccola caduta, eventuale volo anche lungo fino 15 metri, pericolo di fuoriuscita delle protezioni infortunio probabile.
R5 = Difficilmente proteggibile, protezioni scarse e poco sicure che proteggono solo da piccola caduta, eventuale volo molto lungo , pericolo di fuoriuscita delle protezioni infortunio sicuro.
R6 = Improtegibile se non per brevi e insignificanti tratti lontano dai passaggi chiave del tiro. Un eventuale volo può avre conseguenze anche letali.
IMPEGNO GLOBALE
I - Via corta che richiede poco tempo, comodo avvicinamento e comoda ritirata.
II - Via di diverse lunghezze anceh sopra i 200 mt, avvicinamento facile anche se può richiedere discreta marcia, comoda ritirata.
III - Via oltre i 300 mt, ambiente severo, richiede tutta la giornata, può richiedere lungo avvicinamento e la ritirata può non essere facile.
IV - Via superiore ai 500 mt, parete severa e distante dal fondovalle, richiede intera giornata, la ritirata può non essere facile e può svolgersi non sulla via di salita.
V - Via molto lunga stile BigWall, richiede un bivacco in parete.
Ambiente severo, ritirata difficile.
VI - Big Wall che richiede più giorni in parete, ambiente di alta
montagna, ritirata difficile.
VII - Tutte le caratteristiche del grado VI esasperate, come nel caso di Big Wall himalayane, che necessitano di una spedizione per essere superate.
Esempio 4b (4a obbl)/ S2/II
dove le sigle dopo lo slash indicano appunto proteggibilità e impegno globale. Vediamole più nel dettaglio.
PROTEGGIBILITA':
VIE SPITTATE
S1 = Spittatura normale come quella utilizzata in falesia, distanza mai superiore ai 3-4 metri tra uno spit e l'altro. Caduta qualche metro al massimo, volo senza conseguenze.
S2 = Spittatura distanziata e tratti obligatori tra le protezioni, voli di anche una ecina di metri ma senza problemi o conseguenze.
S3 = Spittatura distanziata, passaggi quasi sempre obbligatori, distanza anche di 5 metri tra gli spit, potenziali voli lunghi ma non pericolosi.
S4 = Spittatura molto distante 7 metri e oltre, passaggi oblligatori caduta con probabile infortunio.
S5 = Spittatura oltre i 10 metri, passaggi obbligatori, caduta con quasi sicuro infortunio.
S6 = Spittatura solo parziale, lontana dai passaggi chiave, tratti obbligati anche di 20 metri, potenziale caduta molto pericolosa con conseguenze anche letali.
VIE DA PROTEGGERE
R1 = Facilmente proteggibile, con protezioni sempre sicure, solide e numerose, limitati tratti obbligatori, eventuale volo di pochi metri senza conseguenze.
R2 = Mediamente proteggibile, protezione sempre solide e sicure ma più distanti, eventuale caduta di qualche metro senza grossi rischi.
R3 = Difficilmente proteggibile, protezioni distanti e non sempre buone, lunghi tratti obbligatori, eventuale volo con rischio infortunio.
R4 = Difficilmente proteggibile, protezioni scarse e poco sicure che proteggono solo da piccola caduta, eventuale volo anche lungo fino 15 metri, pericolo di fuoriuscita delle protezioni infortunio probabile.
R5 = Difficilmente proteggibile, protezioni scarse e poco sicure che proteggono solo da piccola caduta, eventuale volo molto lungo , pericolo di fuoriuscita delle protezioni infortunio sicuro.
R6 = Improtegibile se non per brevi e insignificanti tratti lontano dai passaggi chiave del tiro. Un eventuale volo può avre conseguenze anche letali.
IMPEGNO GLOBALE
I - Via corta che richiede poco tempo, comodo avvicinamento e comoda ritirata.
II - Via di diverse lunghezze anceh sopra i 200 mt, avvicinamento facile anche se può richiedere discreta marcia, comoda ritirata.
III - Via oltre i 300 mt, ambiente severo, richiede tutta la giornata, può richiedere lungo avvicinamento e la ritirata può non essere facile.
IV - Via superiore ai 500 mt, parete severa e distante dal fondovalle, richiede intera giornata, la ritirata può non essere facile e può svolgersi non sulla via di salita.
V - Via molto lunga stile BigWall, richiede un bivacco in parete.
Ambiente severo, ritirata difficile.
VI - Big Wall che richiede più giorni in parete, ambiente di alta
montagna, ritirata difficile.
VII - Tutte le caratteristiche del grado VI esasperate, come nel caso di Big Wall himalayane, che necessitano di una spedizione per essere superate.
SCALA DI VALUTAZONE DRY TOOLING/MISTO
Negli ultimi anni con la ricerca verso sempre maggiori difficoltà, sono state realizzate salite in cui l’arrampicatore utilizzando sempre piccozze e ramponi raggiunge o collega tratti di ghiaccio, percorrendo sezioni interamente su roccia. Proprio per la mancanza di ghiaccio in alcune sue parti, questa attività viene chiamata Dry Tooling e si differenzia enormemente dalle salite su ghiaccio.
E’ stata così introdotta la lettera "M" seguita da un numero arabo (M4,M5, M6, M7,..) ad indicare una difficoltà tecnica su terreno misto, in base a due parametri: quanto sono faticosi e delicati i passaggi e quanto complessivamente è sostenuta l’arrampicata. L’evoluzione futura della scala sarà quella di tenere conto anche dell’ "ingaggio", vale a dire dell’impegno psicologico e il grado di esposizione a pericoli oggettivi.
A tutt’oggi, vista la recente introduzione di questa disciplina nel panorama alpinistico, non è stata ancora definita una descrizione completa dei vari gradi di difficoltà, anche se la scala è aperta. Pertanto, la tabella seguente (solo di riferimento teorico, per ora – vista la complessità della valutazione)è stata costruita attraverso la correlazione tra i gradi classici dell’ice climbing e dell’arrampicata su roccia, sarà oggetto di futuri aggiornamenti ed è, ai gradi inferiori, incompleta.
Scala ‘M’ Scala USA - YDS Scala Francese
M1
M2
M3
M4 5.8 5b
M5 5.9 5c
M6 5.10 6a
M7 5.11 6c
M8 5.11/5.12 7a+
M9/10 5.13 7c+
E’ stata così introdotta la lettera "M" seguita da un numero arabo (M4,M5, M6, M7,..) ad indicare una difficoltà tecnica su terreno misto, in base a due parametri: quanto sono faticosi e delicati i passaggi e quanto complessivamente è sostenuta l’arrampicata. L’evoluzione futura della scala sarà quella di tenere conto anche dell’ "ingaggio", vale a dire dell’impegno psicologico e il grado di esposizione a pericoli oggettivi.
A tutt’oggi, vista la recente introduzione di questa disciplina nel panorama alpinistico, non è stata ancora definita una descrizione completa dei vari gradi di difficoltà, anche se la scala è aperta. Pertanto, la tabella seguente (solo di riferimento teorico, per ora – vista la complessità della valutazione)è stata costruita attraverso la correlazione tra i gradi classici dell’ice climbing e dell’arrampicata su roccia, sarà oggetto di futuri aggiornamenti ed è, ai gradi inferiori, incompleta.
Scala ‘M’ Scala USA - YDS Scala Francese
M1
M2
M3
M4 5.8 5b
M5 5.9 5c
M6 5.10 6a
M7 5.11 6c
M8 5.11/5.12 7a+
M9/10 5.13 7c+
mercoledì 19 gennaio 2011
DIFFICOLTA' SU GHIACCIO
La valutazione delle vie di ghiaccio *
Il problema della valutazione delle difficoltà di una arrampicata è sempre stato dibattuto ma pare abbastanza valida, per le vie di roccia, la valutazione delle difficoltà secondo la scala UIAA e francese integrata dalla valutazione complessiva dell'itinerario, Per quello che riguarda la valutazione delle vie di ghiaccio si va ormai affermando nell'ambiente dei cascatisti la classificazione adottata dopo il meeting di Fournel nella cittadina francese di l'Argentière la Bessée del gennaio 1991, dato il miglioramento del livello tecnico individuale e dell'attrezzatura, negli ultimi anni sono aumentati in maniera considerevole, soprattutto in Francia, i praticanti di questa attività mi pare pertanto interessante proporre la tabella con le varie valutazioni sia per meglio interpretare con immediatezza le difficoltà che per rendere omogenee le quotazioni delle vie di ghiaccio, La descrizione dei gradi di impegno e difficoltà è tratta dalla guida di R. Balestre sulle cascate di ghiaccio del Briançonnaise, Grado di impegno (da I a VII).
Tiene conto della lunghezza della cascata, della continuità, della lontananza, dei rischio e della difficoltà della discesa.
Grado tecnico (da 1 a 7) E' la valutazione del tiro più duro, tenendo conto della continuità, dello spessore e della formazione del ghiaccio (cavolfiori, funghi, colonne, sigari",..).
Impegno.
l - Scalata corta, vicino alla strada, con soste attrezzate e discesa facile, nessun impegno,
II - Una o due lunghezze di scalata vicino alla strada, pochi pericoli oggettivi, discesa in doppia o in facile arrampicata,
III - Via di più tiri non molto alta che può necessitare di più ore di scalata o che può necessitare un lungo avvicinamento a piedi o con gli sci, necessaria una buona conoscenza dell'ambiente invernale, Può essere esposta a pericoli oggettivi.
IV - Via di pi- tiri, molto lunga e situata in un luogo lontano , sono necessarie buone qualità alpinistiche ed esperienza negli avvicinamenti invernali, Può essere esposta a pericoli oggettivi, valanghe, o caduta di sassi. La discesa può presentare delle difficoltà e possono essere necessarie doppie su chiodi da ghiaccio o spit.
V - Lunga scalata su un versante di alta montagna che richiede un buon livello di competenza e impegno. Esposta ai rischi di cattivo tempo e di valanghe. Può necessitare di una lunga marcia di avvicinamento una discesa difficile
(pericoli oggettivi durante l'avvicinamento e la salita, discesa molto difficile, ritirata rischiosa), salita e discesa non attrezzate.
VI - Via molto lunga situata su un versante alpino che può essere scalata in giornata solo dai migliori alpinisti, Può presentare i problemi logistici di una scalata di una scalata invernale, pericoli di valanghe, altitudine e impegno, Impresa per buoni alpinisti al meglio della loro forma,
VII - Caratteristiche del grado VI ma con una abbondanza e una continuità delle difficoltà tali da giustificare il grado superiore ( ascensioni di più giorni in gruppi montuosi lontani ).
Tecnica .
1 - Passeggiata su ghiaccio con i ramponi,
2 - Una lunghezza a 60° su ghiaccio di buona qualità, con brevi tratti ripidi, Buone protezioni e buone soste,
3 - Ghiaccio a 70°-80° generalmente spesso e solido, Possono presentarsi brevi tratti ripidi ma con possibilità di riposo e che permettono buone protezioni e soste,
4 - Tiro di corda a 75°-80° tra buone soste oppure una parte ripida con sezione verticale, Generalmente il ghiaccio è di buona à e permette protezioni soddisfacenti.
5 - Tiro nettamente più serio, di ghiaccio buono ma ripido, 85°-90°, che richiede una certa disinvoltura tecnica,
6 - Tiro molto sostenuto con pochi punti di riposo e con in generale una sosta appesa, Il ghiaccio non è delle migliori qualità e le protezioni poco probabili. Indispensabile un elevato livello tecnico,
7 - Lunghezza verticale o strapiombante che può essere molto esile, ghiaccio mediocre o di cattiva coesione, Protezioni difficili o impossibili. Riservate agli esperti.
GHIACCIO AZZURRO
Apporto d'acqua continuo e sufficiente, temperatura costante e non eccessivamente bassa, plasticità ideale, ottima infissione degli attrezzi.
GRIGIO - NERASTRO
Temperatura eccessivamente bassa, fragilità notevole.
BIANCASTRO/MARCIO
Lavorato dal sole, con una alta percentuale d'acqua, scarsa coesione, ghiaccio pesante, tenuta poco affidabile.
FRAGILE STRATIFICATO
Discontinuità termiche e di portata, si scaglia a lastroni.
CROSTOSO
Neve di riporto che ha subito una trasformazione, inaffidabile per l'inconsistenza al di sotto della crosta esterna.
SOTTILE
Periodo di freddo troppo breve o insufficiente alimentazione, impossibilità di assicurazione. Richiede precisione e delicatezza nella battuta.
STALATTITICO E A CAVOLFIORI
Verticalità della cascata, stillicidio. Possibili rotture delle colonne, richiede la tecnica di "aggancio".
Il problema della valutazione delle difficoltà di una arrampicata è sempre stato dibattuto ma pare abbastanza valida, per le vie di roccia, la valutazione delle difficoltà secondo la scala UIAA e francese integrata dalla valutazione complessiva dell'itinerario, Per quello che riguarda la valutazione delle vie di ghiaccio si va ormai affermando nell'ambiente dei cascatisti la classificazione adottata dopo il meeting di Fournel nella cittadina francese di l'Argentière la Bessée del gennaio 1991, dato il miglioramento del livello tecnico individuale e dell'attrezzatura, negli ultimi anni sono aumentati in maniera considerevole, soprattutto in Francia, i praticanti di questa attività mi pare pertanto interessante proporre la tabella con le varie valutazioni sia per meglio interpretare con immediatezza le difficoltà che per rendere omogenee le quotazioni delle vie di ghiaccio, La descrizione dei gradi di impegno e difficoltà è tratta dalla guida di R. Balestre sulle cascate di ghiaccio del Briançonnaise, Grado di impegno (da I a VII).
Tiene conto della lunghezza della cascata, della continuità, della lontananza, dei rischio e della difficoltà della discesa.
Grado tecnico (da 1 a 7) E' la valutazione del tiro più duro, tenendo conto della continuità, dello spessore e della formazione del ghiaccio (cavolfiori, funghi, colonne, sigari",..).
Impegno.
l - Scalata corta, vicino alla strada, con soste attrezzate e discesa facile, nessun impegno,
II - Una o due lunghezze di scalata vicino alla strada, pochi pericoli oggettivi, discesa in doppia o in facile arrampicata,
III - Via di più tiri non molto alta che può necessitare di più ore di scalata o che può necessitare un lungo avvicinamento a piedi o con gli sci, necessaria una buona conoscenza dell'ambiente invernale, Può essere esposta a pericoli oggettivi.
IV - Via di pi- tiri, molto lunga e situata in un luogo lontano , sono necessarie buone qualità alpinistiche ed esperienza negli avvicinamenti invernali, Può essere esposta a pericoli oggettivi, valanghe, o caduta di sassi. La discesa può presentare delle difficoltà e possono essere necessarie doppie su chiodi da ghiaccio o spit.
V - Lunga scalata su un versante di alta montagna che richiede un buon livello di competenza e impegno. Esposta ai rischi di cattivo tempo e di valanghe. Può necessitare di una lunga marcia di avvicinamento una discesa difficile
(pericoli oggettivi durante l'avvicinamento e la salita, discesa molto difficile, ritirata rischiosa), salita e discesa non attrezzate.
VI - Via molto lunga situata su un versante alpino che può essere scalata in giornata solo dai migliori alpinisti, Può presentare i problemi logistici di una scalata di una scalata invernale, pericoli di valanghe, altitudine e impegno, Impresa per buoni alpinisti al meglio della loro forma,
VII - Caratteristiche del grado VI ma con una abbondanza e una continuità delle difficoltà tali da giustificare il grado superiore ( ascensioni di più giorni in gruppi montuosi lontani ).
Tecnica .
1 - Passeggiata su ghiaccio con i ramponi,
2 - Una lunghezza a 60° su ghiaccio di buona qualità, con brevi tratti ripidi, Buone protezioni e buone soste,
3 - Ghiaccio a 70°-80° generalmente spesso e solido, Possono presentarsi brevi tratti ripidi ma con possibilità di riposo e che permettono buone protezioni e soste,
4 - Tiro di corda a 75°-80° tra buone soste oppure una parte ripida con sezione verticale, Generalmente il ghiaccio è di buona à e permette protezioni soddisfacenti.
5 - Tiro nettamente più serio, di ghiaccio buono ma ripido, 85°-90°, che richiede una certa disinvoltura tecnica,
6 - Tiro molto sostenuto con pochi punti di riposo e con in generale una sosta appesa, Il ghiaccio non è delle migliori qualità e le protezioni poco probabili. Indispensabile un elevato livello tecnico,
7 - Lunghezza verticale o strapiombante che può essere molto esile, ghiaccio mediocre o di cattiva coesione, Protezioni difficili o impossibili. Riservate agli esperti.
GHIACCIO AZZURRO
Apporto d'acqua continuo e sufficiente, temperatura costante e non eccessivamente bassa, plasticità ideale, ottima infissione degli attrezzi.
GRIGIO - NERASTRO
Temperatura eccessivamente bassa, fragilità notevole.
BIANCASTRO/MARCIO
Lavorato dal sole, con una alta percentuale d'acqua, scarsa coesione, ghiaccio pesante, tenuta poco affidabile.
FRAGILE STRATIFICATO
Discontinuità termiche e di portata, si scaglia a lastroni.
CROSTOSO
Neve di riporto che ha subito una trasformazione, inaffidabile per l'inconsistenza al di sotto della crosta esterna.
SOTTILE
Periodo di freddo troppo breve o insufficiente alimentazione, impossibilità di assicurazione. Richiede precisione e delicatezza nella battuta.
STALATTITICO E A CAVOLFIORI
Verticalità della cascata, stillicidio. Possibili rotture delle colonne, richiede la tecnica di "aggancio".
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